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Archive for marzo 2011

la ricetta di un blog

Quando ho iniziato a trafficare su WordPress per creare un blog, non so perché, la prima cosa che mi è venuta in mente, è quel film che si intitola “Julia & Julie”, in cui la ragazza – un’aspirante scrittrice – si ispira alla famosa cuoca Julia Child, e decide di cimentarsi nelle sue ricette raccontando giorno per giorno l’esperienza in un blog. Non so se mi è venuto in mente perché mi accomuna alla protagonista sia la passione per la cucina che per la scrittura, ma io in verità non so farmi neanche un uovo al tegamino, quindi non avrei potuto emularla. Il fatto è, che ho cercato un filo conduttore per i miei racconti – si, chiamiamoli così – e non l’ho trovato. E siccome non ho né l’intenzione di tenere un diario, né quella di sottoporvi casi clinici, ho usato un titolo per questo blog che fosse in qualche modo “un paracadute”, e allo stesso tempo un recipiente abbastanza grande da contenere una miriade di ingredienti. Ispirandomi ad un libro che ho letto recentemente, l’ho chiamato così: questo spazio vuole essere infatti un raccoglitore di brevi  storie e riflessioni, scaturite da “piccoli oggetti muti”, come dice l’autrice del mio libro. Ma io, a differenza di B. Yoshimoto, in questo termine voglio racchiudere qualsiasi cosa che non abbia voce per esprimersi; sia che si tratti davvero di un oggetto inanimato – per esempio un ciondolo di giada, per l’appunto – sui cui inventare una storia, dandogli così il suo momento di gloria, sia che si tratti di sentimenti, che hanno bisogno di essere condensati e fermati da qualche parte, perché non possono raccontarsi da soli.

Con tutto ciò,  spero solo di non pasticciare troppe torte, e di non mandare a fuoco la cucina.

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Tutti lottiamo con lo spazio che abbiamo a disposizione.  Lo riempiamo fino all’orlo, ne vorremmo di più. A volte invece ci sembra enorme e inutile, così ci scegliamo un angolino che diventa il nostro preferito. Chiediamo privacy, mettiamo cartelli con su scritto “vietato entrare”, poi invitiamo gli amici a vedere la nuova libreria. Ci creiamo uno spazio nel mondo là fuori e nella vita delle altre persone, ma spesso non lo sentiamo nostro, e allora lo vogliamo barattare con un altro, uno su misura per noi.  Sgomitiamo per allargarci, ringhiamo se sentiamo minacciato il territorio conquistato; poi ne concediamo spontaneamente un pezzettino, poi un altro, e nella migliore delle ipotesi lo condividiamo con qualcuno.

Questo è semplicemente uno spazio in più, a mio totale ed esclusivo uso.  Potessi ci scaverei un buco per piantarci una bandierina con su scritto il mio nome. Non essendomelo per niente guadagnato, e non avendolo neanche comprato o barattato con qualcos’altro, per sdebitarmi potevo solo usare il primo post a questo proposito.

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